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🎥#elettritv📲💻 Mauro Chechi nel 1979 ha lasciato la sua attività forense per dedicarsi interamente a quella di cantastorie e di uomo di spettacolo, racconta, leggende e ambienti contadini nella terra delle saghe cavalleresche e dei miti nordici. Vedendo scomparire le tradizioni tipiche del mondo contadino, Mauro Chechi scrisse un vocabolario con i termini che definivano oggetti, strumenti e formule che diventavano sempre più desuete e superate, ma fu così che, invece di un vocabolario venne fuori il testo della canzone “Il Podere”. Continuando nella ricerca, dal nome degli oggetti che erano posti sopra ai banchi dei venditori ambulanti, nacque la canzone la Fiera e, collegata alla fiera, la Ballata del cantastorie. In seguito, scrisse sull’eredità che lasciavano i vecchi contadini, personaggi emblematici di quell’ambiente, in quanto sapevano dare agli adulti consigli per lavorare e ai bambini favole per sognare. Ha scritto la favola Il Castello e, in seguito, la leggenda del “soldo di cacio” che si era perduto dove si incontrano un’ape ed un fiore. Divennero ballate i racconti sulla Serenata e su “Il fonte del pero”, ascoltati accanto al fuoco del camino nelle lunghe serate invernali. Legate ai poemetti in ottava rima sono le canzoni sul brigante “Tiburzi” l’ultimo brigante della maremma Domenico Tiburzi, che visse per circa venti anni alla fine del 1800 insieme ad altri briganti latitante tra le terre selvagge di maremma tra l’allora recenti confini fra l’ex Stato pontificio e l’ex Gran ducato di Toscana, ucciso dai Carabinieri reali a Capalbio in loc. Le Forane, mentre tentava la fuga insieme al brigante Fioravanti che invece riuscì a fuggire, sull’uscio di un un casolare dove avevano consumato una cena, a sangue freddo e senza processo su mandato del governo del regno d’Italia presieduto da Giovanni Giolitti. Altra canzone legata ai poemetti in ottava e’ su “Pia de’ Tolomei”, che fin dal 1989, data di uscita della prima raccolta “Il Cantastorie”, hanno contribuito a divulgare la fama di questi personaggi. La ballata di Pia, in particolare, è conosciuta anche all’estero inserita, tra l’altro, in un CD del cantante argentino Ricardo Revalta…. [Leggi]

«Venne ucciso al Podere Forane,
con l’inganno con lo stratagemma
ma il suo nome da allora
rimane tra la gente che vive in Maremma»

Tratto da “Tuburzi” [TESTO] in basso

>> Film su Tiburzi RAI [VIDEO], l’uccisione del Brigante tra disagio sociale e poverta’, ordinata dalle autorita’ del neonato regno d’Italia con la complicita’ dei latifondisti e Carabinieri reali
>> Paride Marconi racconta del brigante Tiburzi [VIDEO]  conosciuto dal padre a Valle Maggiore di Montiano alla fonte detta Tiburzi dove aveva una capanna.
>> Il Percorso del Brigante Tiburzi, si trova a Valle Maggiore di Montiano nel comune di Magliano in Toscana dove Tiburzi e altri briganti avevano una Capanna, e’ possibile vistare i resti della fonte e del forno di cottura dei cibi e della carbonaia, all’interno dell’azienda agricola il Bosco Felice.
>> https://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno
>> Mauro Chechi cantastorie [VIDEO] https://www.rivistailcantastorie.it/mauro-chechi-il-cantastorie

[TESTO]
https://www.antiwarsongs.org/mauro chechi tiburzi

Un uomo sconosciuto entra nella taverna,
guarda la gente e dice sotto una lucerna…

Il padrone ha i poderi e lo stemma,
chi lavora a fatica c’ha il pane
e la terra chiamata Maremma
ogni giorno è più amara e più cane.

Ma comunque è un rifugio per tanti,
carbonai, contadini e pastori
ed ognuno di noi tira avanti
ma le vede di tutti i colori.

Tra marruche pidocchi e zanzzare il
destino ci sfugge di mano
non si sa più che santo pregare
in quel cielo che è troppo lontano
e così a questi chiari di luna
per chi sfrutta si speri e si aspetta
dallo stato la legge opportuna
da Tiburzi la giusta vendetta.

A questo punto la gente si volta per sentire,
l’uomo chiede da bere e poi continua a dire…

Sulla vita di questo brigante
che sconfina nel dramma e nel gioco
qui di storie si dicono tante
alle veglie nel canto del foco.

Se al racconto di qualche avventura
se nei vecchi c’è un grande stupore,
se ne bimbi c’è tanta paura,
nelle donne c’è ‘n sogno d’amore.

E tra l’altro racconta na storia
che tiburzi soccorse quel tale,
ma assetato di soldi e di gloria
per compenso gli fece del male.

Coi gendarmi trovati in paese
lo cercò nella grande boscaglia,
ma tiburzi lo usccie e difese
la sua vita legata a una taglia.

A questo punto dice gente brindiamo al nome mio,
Tiburzi è qui presente amici, sono io…

E cosi come era venuto
lui lascio la taverna e andò via
e sapeva il suo strano saluto
di bestemmia e di ave maria.

Chiuse l’uscio la notte era scura
e riprese il suo vecchio cammino
seguitando l’antica avventura
che gli aveva assegnato il destino.
Girò a lungo tra campi e poderi,
tra montagne vallate e colline,
ma in un regno di mille sentieri
c’è anche quello che porta alla fine.

Venne ucciso al Podere Forane,
con l’inganno con lo stratagemma
ma il suo nome da allora
rimane tra la gente che vive in Maremma.

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