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🎥#elettritv💻📲 Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata il 5 dicembre 2020 durante l’evento online ‘Made For Italy per la Moda’, trasmesso in streaming sui canali web social dell’organizzazione, ha detto a proposito delle restrizioni normative per l’emergenza #coronavirus sars-cov-2 covid-19: “Le persone sono un po’ stanche e vorrebbero venirne fuori, anche se qualcuno morirà, pazienza“. E’ la frase infelice pronunciata dal presidente di Confindustria Macerata, Domenico Guzzini, parlando di Covid, ieri sera, durante un evento on line dedicato alla moda. All’evento “Made for Italy per la Moda”, organizzato dall’associazione degli industriali, Guzzini stava parlando delle ricadute economiche della pandemia, indicando nella moda e nel turismo i settori che hanno sofferto di più. “Come sapete ci aspetta un Natale molto magro perché stanno pensando addirittura di restringere ulteriormente – ha aggiunto -. Questo significa andare a bloccare anche un retail che si stava rialzando per la seconda volta da una crisi e lo stanno rimettendo nuovamente in ginocchio. Io penso che le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero, alla fine, venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza. Ma così, secondo me, diventa una situazione impossibile per tutti”.

[FONTE] >> http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/covid-guzzini-gente-stanca-pazienza-se-qualcuno-muore-c986eef1-07f0-4eef-86fe-5cb8ab1ed013.html

Tre [VIDEO] di canzoni che spiegano il concetto di Borghesia “reazionaria”, legata al massimo profitto del sistema economico del Capitalismo neoliberista, omonima canzone di Claudio Lolli La Borghesia, sul video tratto dal film con Renato Rascel il Cappotto dal racconto di Nikolaj Vasil’evič Gogol‘, pubblicato nel 1842 Pietroburgo nell’odierno distretto Oblast’ di Leningrado.
Il video e il testo della canzone dei 99 Posse Comuntwist e la canzone Borghesi secondo l’interpretazione artistica nel testo di Giorgio Gaber, di seguito tutte e tre le canzoni..

La Borghesia
[TESTO] di Claudio Lolli

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Sei contenta se un ladro muore o se si arresta una puttana
Se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana
Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretta i denari tuoi
Assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
Ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese
Presti ascolto all’omelia, rinunciando all’osteria
Così grigia e così per bene, ti porti a spasso le tue catene
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Io non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Godi quando gli anormali son trattati da criminali
E chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
Tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare
Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione
Alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione
Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria
Hai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Io non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana
O chi lo fa per più di due ore o chi lo fa in maniera strana
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
Oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista, ex
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
Sempre fissa lì a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
E sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani
Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
Per piccina che tu sia il vento un giorno, forse, ti spazzerà via

I Borghesi – 1971
[TESTO] di Giogio Gaber

Quand’ero piccolo non stavo mica bene
ero anche magrolino avevo qualche allucinazione
e quando andavo a cena nel tinello con il tavolo di noce
ci sedevamo tutti e facevamo il segno della croce

Dopo un po’ che li guardavo mi si trasformavano
i gesti preparati degli attori attori consumati
che dicono la battuta e ascoltano l’effetto
e io ero li come una comparsa vivevo la commedia
anzi no la farsa.

E chissà perché durante questa allucinazione
mi veniva sempre in mente una stranissima canzone

I borghesi son tutti dei porci più sono grassi
più sono lerci più son lerci e più c’hanno i milioni
i borghesi son tutti

Quand’ero piccolo non stavo mica bene
ero anche molto magro avevo sempre qualche allucinazione
e quando andavo a scuola mi ricordo di quel vecchio professore
bravissima persona che parlava in latino ore e ore

Dopo un po’ che lo guardavo mi si trasformava
si la bocca si chiudeva stretta lo sguardo si bloccava
il colore scompariva fermo immobile di pietra
si tutto di pietra.
E io vedevo già il suo busto davanti ad un’aiuola
con su scritto prof. Malipiero una vita per la scuola
e chissà perché anche durante questa allucinazione
mi veniva sempre in mente una stranissima canzone
I borghesi son tutti dei porci più sono grassi
più sono lerci più son lerci più ci hanno i milioni
I borghesi son tutti
Adesso che son grande ringrazio il Signore
mi è passato ogni disturbo
senza bisogno neanche del dottore
non sono più ammalato
non capisco cosa mi abbia fatto bene
sono anche un po’ ingrassato
non ho più avuto neanche un’allucinazione
Mio figlio
mio figlio mi preoccupa un po’
è così magro e poi
e poi ha sempre delle strane allucinazioni
ogni tanto viene lì mi guarda e canta
canta una canzone stranissima
che io non ho mai sentito
I borghesi son tutti dei porci
più sono grassi e più sono lerci
più son lerci e più c’hanno i milioni
i borghesi son tutti
mah

Comuntwist [VIDEO]

COMUNTWIST

[TESTO] 99 POSSE (A: L. Persico, M. Di Donna, D. Jacobelli – C: M. Messina, M. Iovine, S. Ricci)

Quando era piccolino papà
tutta la gente onesta e timorata
con lui nun ce vuleva parlà
e se ne allontanava skifata
Papà non era brutto però
studiava tra i borghesi più in vista
pe lloro era ’o culera pecché
papà era un convinto comunista
Sono passati trent’anni e più
e oggi pure un nullatenente
non é più comunista perché
non è di moda, non è più trend
Ma il trend l’informazione lo fa
e siamo tutti quanti borghesi
borghesi un poco maso pecché
ce piace ’e abbuscà â fine r’ ’o mese

Sono comunista totalmente fuori moda
sono comunista che per questo non vi vota
talmente fuori moda e talmente comunista
CHE BALLO IL TWIST!

Si tiene sissant’anne e tu mo
te ne vorresti andare in pensione
inventati un suicidio chic
e butta giù anche tu l’inflazione
E poi c’é la flessibilità
la nuova moda a tutti ormai nota
che ci divide tutti a metà
chi more ’e famme e chi va in Europa
Se non ti senti bene occhio al trend
non andrai mica all’ospedale
a gravare ncopp’ê spalle ’e ll’azienda
allora overo tu te vuò fa male
Si sì disoccupato NO TREND
meglio piccolo imprenditore
con partitina iva e go wind
e mmanco ’e ssorde pe ll’ascensore

RIT

Negli anni ’ssantadue ’ssantatré
papà qualche speranza l’aveva
diceva: “nuie putimmo cagnà
insieme abbatteremo il sistema”
Guardiamo invece all’ultimo trend
la magica globalizzazione
non solo simmo bestie fetenti
ma simmo pure in via d’estinzione
Quando il vecchio compagno Marx
si portava ancora non male
il nemico del popolo era
il padrone ed il capitale,
ma adesso che non va più
e lo stato sociale è finito
il nemico del povero è
il più povero e così all’infinito

RIT

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