Carnevalone_liberato_festa_dell_autoliberazione_di_poggio_mirteto_dallo_stato_pontificio_2024
🎥#ELETTRITV💻📲 Sono Sandro Mancini un abitante di Poggio Mirteto, siamo qui per parlare del Carnevale Liberato, questa storia del carnevale a Poggio Mirteto viene da molto lontano, e noi come Arci abbiamo deciso di riscoprire la tradizione, che vuole il Carnevalone festeggiato la prima domenica di quaresima. Questa cosa e’ nata anche per l’esigenza di riscattare la tradizione tipica del carnevale che e’ una tradizione ironica folkloristica e anche politica satirica, che era diventata banale. Noi nel 1972/73 facemmo un carro politico, un Colosseo, con un aereo precipitato al centro, era un C-130 della Lockheed con vari personaggi politici coinvolti nello scandalo delle tangenti, partecipammo al carnevale ufficiale e fummo radiati dall’elenco dei carri vincitori al che noi per rivendicare la cosa facemmo una festa la domenica successiva da allora ragionammo sulla possibilita’ di riprendere la tradizione del Carnevalone Liberato. Adesso darei la parola a Walter Consumati ex presidente dell’Arci; Noi insieme ad altri compagni siamo i rifondatori di questa tradizione, qual’e la nascita del Carnevalone di quaresima, la cosa importante e’ che la prima volta e’ stato svolto nel 1861 dopo l’autoliberazione di Poggio Mirteto dalla provincia apostolica di Sabina dello Stato Pontificio, fu concesso questo privilegio, quando era in costruzione la ferrovia Roma-Firenze nella Valle del Tevere, l’allora governatore dell’Umbria offri’ ai cittadini di Poggio Mirteto come riconoscimento del fatto che avevano lottato contro i tiranni dell’impero, la possibilita’ di spostare il tracciato della ferrovia vicino al paese, che adesso passa a 8 Km dove all’epoca fu edificata la stazione di Montorso, oggi Poggio Mirteto scalo, sembra che i cittadini di Poggio Mirteto abbiano rifiutato questa offerta, chiedendo in cambio di festeggiare il carnevale la prima domenica di quaresima, tanto per prendersela con il potere temporale che fino a poco tempo prima li aveva oppressi. Uno dei primi carri che fecero, era una botte da cui usciva il papa e un operaio con una mazza lo rimandava giu’, questa manifestazione si e’ svolta fino al 1930 quando con i Patti Lateranensi il regime fascista ha ristabilito la data del carnevalone con quella del carnevale, dove era severamente vietata la maschera in viso. Negli anni 1976/77 il Carnevale poggiano – racconta Pino – si svolgeva con la gente dietro le corde, non c’era niente di satira e alle 16:30 finiva tutto, noi che avevamo circa vent’anni, volemmo riscoprire il carnevale, come momento di divertimento. Nel 1977 abbiamo deciso di fare il Carnevalone e l’abbiamo chiamato Liberato, perche’ veniva liberato non solo dai vincoli ecclesiastici, per noi era una liberazione nello spirito con cui si doveva fare un carnevale. Era la festa dell’autoliberazione dallo Stato Pontificio abbiamo ricordato le esecuzioni di Mastro Titta in piazza Mario Dottori, ma la cosa trainante era la satira politica, abbiamo fatto le retrospettive di Vauro di Stefano Disegni di Mannelli, e’ stata una festa che si e’ svolta senza nessun vincolo, con la musica diffusa in ogni angolo del paese, in cui la gente partecipasse direttamente e fosse protagonista di questo carnevale. Mi ricordo – dice Pino – il Carnevalone piu’ bello e’ stato quando abbiamo piantato un tendone del circo in piazza, chi entrava in piazza e come se entrava in un circo. Il problema organizzativo lo abbiamo sempre superato -dice Walter- i problemi oltre a quelli burocratici, li abbiamo avuti dall’esterno, quando abbiamo superato le 10.000 persone, la parte “bigotta” dal punto di vista politico ha cercato di ostacolarci, non e’ un caso che siamo stati attenzionati dall’attuale presidenta del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni nel 2007 quando era presidente di Azione Giovani e vice presidente della Camera, presento’ un’interrogazione alla Camera sul Carnevalone che era un ritrovo di drogati, ubriaconi, sovversivi. Il circolo Arci di cui ero io il presidente – continua Walter – rispose indirizzando una lettera a Meloni che non ha mai risposto, dove era contenuta una frase molto semplice; “Se lei fa la parlamentare e si occupa di queste cose probabilmente non c’ha un cazzo da fare”. I militanti di Azione Giovani tappezzarono Poggio Mirteto in maniera abusiva con manifesti con scritto “arrivano i nuovi barbari” erano capeggiati dal’attuale sindaco di Casperia Marco Cossu, il quale probabilmente aveva sollecitato Giorgia Meloni a fare l’interrogazione dissolta nel nulla. Merita ricordo quando abbiamo fatto come bammoccio il cardinal Ruini con a guinzaglio un pastore tedesco, Papa Benedetto XVI, che aveva appollaiato sulla mano un gallo che fumava, il vescovo di Poggio Mirteto Fumagalli. Nel 1995 tutti sanno che a Civitavecchia c’era una Madonna che piangeva che poi è risultata essere una bufala che ha preso in giro centinaia di migliaia di fedeli e noi quell’anno – racconta Walter – prendemmo una statuetta da giardino era una donna normale l’abbiamo messa dentro una sorta di nicchia collocata nella piazza di Poggio, chiunque metteva un una moneta da 500 lire riceveva dagli occhi di questa statua un bicchiere di vino. Era il miracolo di-vino, questo fece indispettire quella volta il parroco di Poggio Mirteto che scrisse; “Buon per loro che non stiamo in Pakistan altrimenti non se la sarebbero passata bene!!” L’abbiamo portata anche in trasferta a Fano io e Sandro Mancini. Noi ci divertiamo a fare questa festa e a smuovere le coscienze collettive.

SANTA GIORGIA QUELLA GARBATELLA

Ave, nubile madre gloriosa,
fecondata senza essere sposa
dal giornalista che parla osceno,
tu che hai un cognato che sa fermare il treno
e una sorella capo del partito famigliare,
frena gli sbarchi anche asciugando il mare,
inclita madre, eccelsa statista,
elimina la plebaia comunista,
se vuoi tassare i banchieri ladroni
pero’ non far incazzare i berlusconi,
riforma la giustizia e tacita il brontolio
dei giudici che intercettando i ladri vilipendiano DIO
fa che la PATRIA che fu persino antifascista,
assuma un ordnamento che la renda antiabortista,
restituisci il significato alla FAMIGLIA
e inculcalo bene spratutto a tua figlia,
santa, dolce regina del premierato,
favorisci il gaudente e affama il disperato,
donaci pace armando zelensky e arricchendo crosetto,
aiuta netanyahu a fare dei palestinesi qualche pezzetto,
veglia sul cammino dei tuoi figli ancora in purgatorio
e rendi alla nazione il dimenticato FASCIOLITTORIO,
punisci quei blasfemi del carnevalone liberato
che hanno in programma un atto scellerato,
vogliono raffigurarti come una pupazza
e il 18 febbraio bruciarti “nmezzo a piazza”.

Sono Luciano Minestrella della Mirabilis teatro societas di Magliano, mi fa piacere essere coinvolto in questa video intervista che mette alla luce il lavoro di alcuni compagni amici di Poggio Mirteto che ho conosciuti negli anni 70 75/76 quando noi preparammo uno spettacolo sull’America Latina e lo facemmo a Magliano e non so come siano venuti a conoscenza anche loro e ci hanno dato la possibilità di poterlo fare a Poggio Mirteto uno spettacolo molto politico, molto complesso e da lì è nato il rapporto di amicizia e anche il rapporto ideale fino ad arrivare poi nella nascita del Carnevalone Liberato a poter partecipare direttamente coi nostri lavori all’interno di questa grande festività. Il primo spettacolo che facemmo all’interno del Carnevalone Liberato è stato con grandi Mascheroni che prendevano in qualche modo possesso del paese con un grande trampoliere altissimo che rappresentava la morte con una grande falce, era il rapporto del rito tra la vita e la morte che c’è stato sempre e c’è ancora nel mondo contadino. Lo spettacolo terminava con questa processione di mostri che nascevano, che spuntavano fuori, confluivano tutti quanti verso un unico punto e al centro c’era un un grande diavolo, non inteso in senso negativo come nella religione cattolica, ma il diavolo in qualche modo fantastico, portato all’eccesso
dall’immaginazione. Nel momento in cui abbiamo dismesso questo spettacolo, abbiamo offerto al gruppo di amici organizzatori del Carnevalone Liberato il diavolo di cartapesta che è stato per anni issato sul palcoscenico centrale della piazza durante questa festa, poi è finito anche lui preda del fuoco stesso cui prima vomitava. Anche se solo in parte e rielaborato ancora oggi la faccia del diavolo resiste!

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