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🎥#elettritv💻📲 Devo l’amore per la musica a mio padre Francesco, anch’egli musicista, violinista e la perseveranza negli intenti a mia madre Giuseppina Guattacini, donna di grande sensibilità e dolcezza, racconta Mauro Culotta. Entrambi mi hanno sempre incoraggiato nella carriera di chitarrista e compositore fin dagli albori e sono stati i miei primi sostenitori. Mio padre mi portava alle prove del suo complesso “The Gentlemen” e lì vidi la prima chitarra elettrica. Loro suonavano anche brani dei “Champs” 20.000 leghe – lo strumentale “Shades” con un intenso fraseggio “Bluesy”di Dave Burgess alla chitarra elettrica , o la famosissima “Tequila” del sassofonista Chuck Rio, con quel suono stupendamente “rauco e sferraggliante” che mi porto dentro ancora oggi quando regolo gli overdrive degli amplificatori. Vennero poco dopo gli “Shadows” con “Apache” “F.B.I” “Shazam”; Hank Marvin loro chitarrista, grande esempio di gusto ed espressione. Io intanto passavo giornate intere a studiare i segreti dei miei artisti preferiti, per poi cercare di risuonarli tentando successivamente di “personalizzarli”. Furono comunque i Beatles con le loro “Innovazioni così Eterne” ad aprire definitivamente le finestre della mia mente. Vorrei citare a questo punto anche altri maestri per me molto formativi: Jeff Beck il mio eroe di sempre – Eric Clapton alfiere rivoluzionario nel periodo Bluesbreakers – Cream – Jimi Hendrix talmente avanti da non capirne subito la profonda tessitura… Poi, il grande Soul di Eric Gale – Cornell Dupree – Steve Cropper – David T. Walker…. Tutto questo però si mescolava, a livello compositivo, a quello che sentivo suonare da mio padre al violino o al pianoforte, ovvero brani di Porter – Jobim – King Cole – Lecuona – Ritmi Afroamericani, e melodie popolari Ungheresi….”Mood Indigo” di Ellington per esempio, o ” Town without a Pity” di Tiomkin erano tra le sue preferite. Ed io ero lì pronto a cercare di accompagnarlo alla chitarra. Lui mi ha sempre detto di suonare con la “forma-pensiero” di un pittore. La musica è colore diceva sempre, io allora probabilmente non capivo il profondo significato di questo concetto…ma quanta ragione aveva, e quanta ricchezza mi ha trasmesso…… Per quanto riguarda la musica Italiana amavo le forti melodie, e come sempre l’emozione che mi trasmettevano alcuni artisti; la prima fase di vero cambiamento mi arrivò attraverso Adriano Celentano, brani come: “Il ribelle – Stai lontana da me – 24000 baci – Impazzivo per te” avevano una personalità ed un impatto davvero folgorante insieme a: Io che amo solo te – Se le cose stanno così . di Endrigo – Bruno Lauzi con Ritornerai – Mina con Città vuota, e quel grandioso Wall of Sound Phil Spector – L’inciso di 1000 bolle blu, è tuttora affascinante, “E se domani” e il “Cielo in una stanza” resteranno accese per sempre nel firmamento musicale. Peppino Di Capri con “Per un attimo” – “Poof “- “Nessuno al mondo”. Luigi Tenco nella versione di “Vedrai Vedrai” (Voce e piano) quest’ultimo suonato dal grande Ruggero Cini (roba da brividi) Gino Paoli con “Sapore di sale” e “Senza fine”, reali manifesti di una generazione. Umberto Bindi con Riviera e Il mio mondo. Giorgio Gaber che mi fece impegnare, non poco, nel decifrare gli accordi di Non arrossire…insieme a quelli più arditi di Dans Mon Ile, dello “straniero” Henry Salvador. Fra i gruppi preferiti c’erano l’Equipe 84′ , fino dal primo album per la Vedette che consumai, per arrivare a “veri quadri sonori” (29 settembre – Nel cuore e nell anima – Nel ristorante di Alice) .Il ciclone mosso da quello che resta il mio prediletto, Lucio Battisti e che avrebbe radilcalmente cambiato le regole della canzone italiana sarebbe arrivato da lì a poco …… Il mio primo debutto in pubblico lo feci nel 1965 all’Istituto Don Bosco di Genova Sampierdarena suonando in un complesso chiamato “The Killers”, nome che gli diedi personalmente in onore di un omonimo gruppo piemontese da me molto stimato.Di questo periodo ricordo con piacere le frequentazioni durante le famose “Vasche” in via Cantore a Sampierdarena con molti musicisti di “zona”.Con Nico Di Palo (chitarrista che ammiro ,lui suonava nei “Comets” per poi passare ai “Bats ” e in fine con i “New Trolls” )si discuteva in continuazione di musica. Della scala che George Harrison faceva in “Help” o gli accordi di “If I feel – Till there was you” per esempio ,o come si poteva fare per ottenere il suono di chitarra elettrica simil-violino dei brani “Got to hurry” “Rack my mind” degli Yardbirds con :Jeff Beck per me già onnipresente nei discorsi.
Con questa formazione il 26 maggio 1966 al concorso per complessi al Festival di Quinto (Ge) arrivammo secondi dopo i New Trolls, allora conosciuti solo come Trolls.
Partecipammo la stessa estate anche al trofeo Davoli per complessi, dove arrivammo alla finalissima di Rapallo: potevo dirmi veramente contento di come stavano andando le cose. Arrivarono in seguito i primi screzi nel gruppo che si sciolse di lì a poco. Rimasi inattivo due mesi, senza esibirmi più nelle sale da ballo e continuando nello studio della chitarra, per poi ricominciare. Dal 1966 al 1968 militai infatti in vari gruppi genovesi :oltre a The Killers vi furono gli Skints e i Play-boys, con questi ultimi battevamo con successo praticamente tutta la Liguria sul nostro mitico furgone “Bully” Volkswagen. Per motivi contrattuali dovetti rinunciare all’invito di Fabrizio De’ Andrè di partecipare alla sua trionfale prima tournée, cosa che mi fece soffrire moltissimo…. [Leggi] Jamsession con Grazia Quaranta [VIDEO]
Per Rock up Carlo Barbero #Genova

>> http://www.fabriziodeandre.it/ricordando-faber-interviste-in-campo-a-cura-di-carlo-barbero-e-marco-benvenuto/
>> Discografia http://www.mauroculotta.net/discografia
>> https://it.wikipedia.org/wiki/Gens_(gruppo_musicale)
>> http://www.graziaquaranta.com
>> GENOVA ROCK FIM [VIDEO]

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