🎥#elettritv💻📲 Feste e musica in tutta la penisola italiana (isole comprese), nasceva 100 anni fa Umanita’ Nova, giornale quotidiano di propaganda anarchica, del socialismo libertario, fondato da Errico Malatesta rivoluzionario anarchico e Antonio Cieri, comandante degli Arditi del Popolo. Decine i circoli libertari e i gruppi anarchici che hanno festeggiato in tutta italia. I compagni di Gragnana e di Carrara hanno ripercorso la storia delle feste di Umanità Nova, la cronologia delle edizioni in due periodi: il primo dal 1966 al 1977 e il secondo dal 1983 al 1987. Le Grandi feste negli anni ’70 dove partecipavano migliaia di giovani.
Archivio Umanita’ Nova 1997-2009
>> http://www.ecn.org/uenne/archivio.html
Il 26-27 febbraio del 1920 usciva per la prima volta Umanità Nova – all’epoca quotidiano –
>> https://www.umanitanova.org/?p=11388
Errico Malatesta nato a S.Maria Capua Vetere nel 1853, da bambino cresciuto tra rivoluzioni, probabilmente ebbe modo di vedere Garibaldi durante la Battaglia del Volturno nel 1860 tra S.Maria Capua Vetere e Capua (Max Nettlau – Vita e Pensieri di E.M. pag 3,4,5) nell’epoca degli ideali repubblicani mazziniani e del precursore anarchico Pisacane, maturo’ tra gli ambienti repubblicani sociali internazionalisti da giovane Univesitario nella facolta’ di Medicina a Napoli, dopo la Comune di Parigi, nell’agosto del 1872, insieme ad Andrea Costa, Carlo Cafiero, Tito Zanardelli, Celso Ceretti e Saverio Friscia, è tra i fondatori della Federazione italiana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, nel 1876 teorizzo’ insieme a Carlo Cafiero la rivoluzione permanete attraverso la propaganda del fatto che si ispirava alle spedizioni di Carlo Pisacane con il metodo della guerriglia, nel 1877 partecipo’ insieme agli internazionalisti ai Moti del Matese il tentativo di RIVOLUZIONE SOCIALE della penisola italiana, con i valori dell’uguaglianza sociale (comunismo) e la liberta’ dall’ordine precostituito (L’anarchia), il socialismo compiuto in una repubblica che oggi potremmo definire “Socialista Libertaria”. Arrestato per cospirazione nel 1882, due anni dopo nonostante dovesse subire la condanna di tre anni di reclusione, riesce a promuovere la Societa’ Operaia di mutuo soccorso di volontari per il soccorso delle popolazioni povere colpite dall’epidemia di colera a Napoli. Costretto nel 1898 dalla monarchia del regno d’Italia a domicilio coatto a Ustica e Lampedusa, riusci a fuggire in Tunisia, passato in varie parti del Mondo arrivo’ a Londra, dove era stimato dai lavoratori che lo avevano sostenuto anche nei soggiorni precedenti con manifestazioni popolari. Rientrato nella penisola italiana nel 1914 partecipo’ alla Settimana Rossa ad Ancona, dove furono convocati comizi pacifisti antimilitaristi, per chiedere l’abolizione delle compagnie di disciplina nell’esercito regio, a sostegno di due militari di leva, Augusto Masetti e Antonio Moroni e per protestare contro la guerra imperialista del regno d’Italia in Libia. Malatesta, costretto nuovamente in esilio, partecipa in varie parti del mondo a vari tentativi di rivoluzione sociale, rientra nel regno d’Italia monarchico alla fine del 1919, acclamato da manifestazioni popolari, per caratura rivoluzionaria venne paragonato come “Lenin d’Italia”, cerco’ fin dall’inizio di dar vita ad un fronte unico rivoluzionario sociale tra anarchici, socialisti, repubblicani e sindacalisti rivoluzionari (ci furono anche contatti per ipotetiche alleanze irrisolte, per via dell’esperimento della Carta del Carnaro) un tentativo che ha il suo culmine nel Biennio Rosso, tra il 1919 e il 1920, con l’occupazione delle fabbriche dai lavoratori in quasi tutta Italia, l’ammutinamento dei militari nella Rivolta dei Bersaglieri ad Ancona che ebbe come conseguenza il ritiro dall’ Albania delle truppe dell’esercito del regno d’Italia “Protocollo di Tirana”, il 17 giugno 1921 furono fondati a Roma per iniziativa dell’anarchico Argo Secondari [FOTO 1,2,3] ed altri ex arditi ed ex militari reduci della prima guerra mondiale con ideali rivoluzionari sociali internazionalisti, le formazioni paramilitari antifasciste di difesa proletaria degli Arditi del Popolo, per fronteggiare le violenze squadriste fasciste sempre piu’ frequenti durante la presa del potere di Benito Mussolini divenuto presidente del Consiglio del regno d’Italia dal 31 ottobre 1922.
Nei primi mesi del 1920 Errico Malatesta, continuo’ la lotta per la rivoluzione sociale partecipando a comizi e convegni promossi in varie parti d’Italia, in questo contesto storico nasce nel febbraio 1920 il quotidiano anarchico «Umanità Nova», di cui Malatesta svolgeva le funzioni di direttore ed aveva una tiratura di circa 60.000 copie, in alcune parti d’Italia piu’ dell’Avanti Socialista, che saluto’ con un articolo di simpatia il primo numero di Umanita’ Nova.
Errico Malatesta arrestato, inizia il 18 Marzo del 1921 insieme ad altri compagni in carcere uno sciopero della fame contro i tempi dell’iter giudiziario privo di sostanziali accuse di reato, (vennero poi assolti dalla Corte d’Assise del regno d’Italia nei processi tra il 27 al 29 Luglio 1921). L’arresto di Errico Malatesta fu la conseguenza della repressione in circa 70 anni di reazione del regno d’Italia della monarchia savoia nei confronti del movimento anarchico, socialista libertario, repubblicano, iniziata con la repressione militare e gli arresti per i Moti del Matese nel 1877, ai Moti di Lunigiana del 1884, un’agitazione insurrezionale popolare iniziata il 13 gennaio 1894 a Carrara come sciopero di protesta contro la proclamazione dello stato d’assedio in Sicilia e in solidarietà con gli esponenti dei Fasci operai siciliani, un onda sovversiva propagatasi a Ravenna, nel Mantovano e in altre parti d’Italia che ebbe come conseguenza le leggi anti-anarchiche del governo Crispi del regno d’Italia (regia legge n. 316 n.314 n. 315 anno 1894) che portarono allo scioglimento di tutte le organizzazioni anarchiche e socialiste, nel 1887 Pietro Gori fu processato dai tribunali del regno d’Italia per un’ode scritta per ricordare i martiri di Cicago evento che creo’ falsamente nell’immaginario collettivo, la figura dell’anarchico bombarolo, repressione continuata dopo i Moti di Milano quando a Roma a novembre 1898 durante la Conferenza contro gli anarchici a Palazzo Corsini, il regno d’Italia stabili che l’anarchia non avrebbe dovuto essere considerata un ideologia politica e che le attivita’ rivoluzionarie degli anarchici erano da punire come azioni criminali.
Malatesta terminera’ lo sciopero della fame in carcere dopo il 23 marzo 1921 conseguente ad un azione violenta, diretta verso un luogo abituale d’incontro di Mussolini, che causo’ involontariamente una tragica perdita di vite al Teatro Diana a Milano il 25 marzo 1921, un evento condannato dallo stesso Malatesta sulle pagine di «Umanità Nova», che pubblicherà un articolo, intitolato Guerra civile:
«…Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell’umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti…» (Errico Malatesta su “Umanità Nova”, l’8 settembre 1921)
Circa un’ora dopo l’esplosione al Teatro Diana, La sede di Umanita’ Nova venne distrutta da squadristi fascisti appostati nelle vicinanze, forse già in precedenza informati del tragico evento che doveva accadere (editoriale per i 50 anni di Umanita’ Nova 1970) gli squadristi fascisti assaltarono subito dopo anche le sedi dell’Avanti socialista, il cantiere di via Settala e sede di via S. Damiano a Milano. La sede di Umanita’ Nova venne spostata a Roma dove si traferi Errico Malatesta, il giornale fu prima censurato dai continui controlli del regime fascista nel 1924, poi pubblicato all’estero in Francia e negli Stati Uniti, Malatesta scrisse per un altro giornale fino alla soppressione della Liberta’ di Stampa, per vivere fece lavori come elettricista e meccanico, abitava a Via Andrea Doria nel quartiere Trionfale, era solito frequentare le fornaci di laterizi “Valle dell’Inferno” di Valle Aurelia dove lavorava, il compagno, Vincenzo Baldazzi, che abitava in Via Andrea Doria 79, oggi sede del Circolo Giustizia e Liberta’.
Quando Gino Lucetti l’11 settembre 1926 cerco’ di eliminare fisicamente il duce del regno d’Italia Benito Mussolini, subito dopo l’arresto, Gino Lucetti sotto tortura dichiaro’ che era stata un azione individualista, nei giorni successivi vennero arrestati Errico Malatesta, con l’accusa di aver favorito l’attentato, l’individualista Attilio Paolinelli, e i sindacalisti libertari Eolo Varagnoli, Ettore Sottovia e Spartaco Stagnetti, anarchico e segretario nazionale del Sindacato dei tranvieri, che fu spedito al confino da dove non fece più ritorno. Gli anarchici Malatesta, Baldazzi, Paolinelli e Aldo Eloisi (quest’ultimo in seguito martire alle Fosse Ardeatine) progettarono di liberare Gino Lucetti nelle carceri del fascismo il giorno del processo. Ma la polizia politica fascista OVRA «Organo di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo» venne a conoscenza del piano di evasione e arrestò Vincenzo Baldazzi.
Enrico Malatesta costretto dal regime fascista ad una sempre piu’ evidente privazione di ogni liberta’, fino al vanto del duce Benito Mussolini cui ostentava dicendo che, Errico Malatesta, l’uomo piu’ temuto dalle polizie di mezzo mondo viveva libero nel regno d’Italia fascista, in reata’ subiva la logorante tortura psicofisica della totale liberta’ vigilata, nell’ abitazione dove viveva gli furono requisite anche le lettere di corrispondenza tra cui quelle con Sacco e Vanzetti e un busto artigianale di Giacomo Matteotti, simbolo del socialismo, assassinato dagli squadristi fascisti, gettato nella Macchia della Quartarella nel comune di Riano [FOTO], nelle memorie Malatesta ricorda come viveva:
“In quanto a me, eccoti il regime a cui sono sottoposto. I poliziotti (dell’OVRA) alla porta di notte e di giorno; se esco mi seguono passo passo; se non esco vengono in casa a vedere se ci sono; se piglio un’automobile o un’altra vettura vogliono montare anche loro; se vado in una casa vogliono entrare anche loro, e, se il padrone di casa si oppone, impediscono a me di entrarvi.
Abbiamo alla porta di casa tre guardie,che stanno là notte e giorno: due seguono me dovunque io vada, ed una segue Elena… non possiamo visitare gli amici per non comprometterli e dobbiamo far sapere alla gente di non venire da noi per non essere segnalati e compromessi. Isolamento dunque quasi completo.
Io sto sempre nelle stesse condizioni, anzi un po’ peggio. Adesso abbiamo alla porta sei poliziotti; quattro per me, uno per Elena, uno per Gemma. Di più, vi è un’automobile sulla quale montano due dei miei poliziotti, mentre gli altri due mi seguono a piedi o in tram.”
Errico Malatesta nella sua corrispondenza con Luigi Fabbri gia’ collaboratore di Umanita’ Nova, riferisce delle numerose minacce di morte ricevute dai fascisti, ma scrive anche: “Passo spesso innanzi alla loro sede, traverso i loro gruppi e nessuno mi dice niente. E’ avvenuto che quando ne ho incontrato qualcuno da solo mi ha fatto il saluto militare! Non alla romana!” (Gli anarchici contro il fascismo, Livorno, Sempre Avanti, 1995 di Giorgio Sacchetti)
In un episodio Errico Malatesta racconta che per le gravi patologie respiratorie, conseguenti anche alla debilitazione fisica dello sciopero della fame del 1921, durante la tortura psicofisica della liberta’ vigilata gli era stato concesso dal regime fascista un soggiorno a Terracina, un giorno sul lungo mare sempre seguito dalle guardie dell’OVRA, la polizia politica fascista, entrato in un bar chiese una birra, subito le guardie piombate dal barista pretesero di sapere che cosa gli avesse detto Malatesta.
Mori’ nella sua casa a Roma in Via Andrea Doria il 22 luglio 1932, il regime fascista non diffuse di proposito la notizia della morte e la casa dove viveva fu circondata da un grande numero di guardie armate in divisa e in borghese che controllavano e impedivano a chiunque di entrare, solo Melinelli Giuseppe, Attilio Paolinelli e sua moglie riuscirono a vedere la salma, le autorità fasciste vietano qualsiasi manifestazione di cordoglio, il feretro fu seguito solo da stretti famigliari, solo Duilio Paolini (trucidato dai repubblichini fascisti a Montelicciano nel 1944) e una persona non identificata su una motocarrozzetta all’altezza di via Trinfoale riuscirono a salutare a pugni chiusi il feretro di Errico Malatesta lungo il tragitto per il cimitero del Verano dove e’ sepolto. Vietarono la cremazione della salma, perché non volevano che gli anarchici avessero potuto, come ipotesi, trafugare le ceneri portandole all’estero e usarle come simbolo della resistenza al regime. Il funerale venne blindato dal corpo delle guardie di pubblica sicurezza, Carabineri Reali e l’OVRA e chiunque in quegli anni si soffermava presso la tomba di Errico Malatesta veniva immediatamente identificato.
Il 22 luglio 1945 Vincenzo Baldazzi depose in ricordo di Errico Malatesta una lapide [FOTO], a Piazzale degli Eroi a Roma angolo Via Andrea Doria. Vincenzo Baldazzi originario di Genzano nei colli Albani tra i fondatori degli Arditi del Popolo, anarchico di ispirazione repubblicana socialista libertaria, fu uno degli organizzatori della resistenza romana, subito dopo la caduta del fascismo, durante l’occupazione nazista dal 9 settembre 1943, difese Roma con il nome di battaglia di “Cencio” comandante delle brigate partigiane Giustizia e Liberta‘ del Lazio.
Dopo la liberazione di Roma, Attilio Paolinelli fu attivo nella ricostituzione del movimento anarchico e nella pubblicazione di «Umanità nova».

Comizio di Errico Malatasta dal balcone della Scuola Normale Superiore di Pisa.
[GALLERIA FOTOGRAFICA] [VIDEO] Di Errico Malatesta
UNO DEGLI ULTIMI SCRITTI DI ERRICO MALATESTA
“Anarchia vuol dire non-violenza, non-dominio dell’uomo sull’uomo,
non imposizione per forza di uno o di più sugli altri. È solo mediante
l’armonizzazione degli interessi, la cooperazione volontaria, l’amore, il rispetto, la reciproca tolleranza, è solo con la persuasione l’esempio, il contagio e il vantaggio mutuo della benevolenza che può e deve trionfare l’anarchia, cioè una società di fratelli liberamente solidali che assicuri a tutti la massima libertà, il massimo sviluppo, il massimo benessere possibili.
Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini, perdano gl’istinti e le
abitudini pecorili, che la millenaria schiavitù ha loro ispirati, ed apprendano a pensare ed agire liberamente. Ed è a questa grande opera di liberazione che gli anarchici debbono specialmente dedicarsi.”
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Errico Malatesta, vita straordinaria
del rivoluzionario più temuto
da tutti i governi e le questure del regno
Non ho bisogno di stare tranquillo di Vittorio Giacopini Roma 1961 elèuthera [VIDEO]
Fondo Errico Malatesta BFS Biblioteca Franco Serantini. Archivio e centro di documentazione sulla storia sociale e contemporanea, via G. Carducci n.13 GHEZZANO fraz. del comune di S. Giuliano in Toscana. Donato da Gemma Ramacciotti – figlia di Elena Melli compagna di Errico Malatesta.
https://siusa.archivi.beniculturali.it/fondo-errico-malatesta
Fondo speciale Luigi Fabbri Biblioteca dell’Archiginnasio Comune di Bologna
Centro Studi Storia del Lavoro di Imola archivio storico Comune di Imola.
Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam
“Valle dell’Inferno Valle Aurelia Antifascismo e Resistenza” di Donatella Panzieri per l’Associazione culturale Le Fornaci – 2005 Roma
MEMORIE D’INCIAMPO A ROMA MIBAC – alcune storie Lega di resistenza dei fornaciari
Via dei Laterizi 27- Parco dei Martiri Valle dell’Inferno
Circolo “Giustizia e Libertà”
Sede Storica: Via Andrea Doria n.79 (scala B), (Metro A – Cipro), 00192 – Roma
>> https://ilmanifesto.it/umanita-nova-e-anarchica-da-cento-anni/
>> Rai Radio 3 https://www.raiplayradio.it/audio/2012/12/Errico-Malatesta-raccontato-da-Pino-Cacucci
>> http://www.ecn.org/contropotere/errico_malatesta.htm
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