renanera_eran_nove_calvello
🎥#elettritv📲💻 I RENANERA gruppo #etno #folk #elettronico dalle terre del Vesuvio, raccontano i moti carbonari nel Comune di Calvello, pittoresco borgo nel Parco nazionale dell’Appenino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese, che sovrasta con paesaggi mozzafiato la fiumara la Terra. Il progetto musicale Video-clip ERAN’ NOVE e’ stato realizzato grazie alla volonta’ ed il sostegno dell’amministrazione Comunale di Calvello con il contributo delle assiciazioni locali e dei cittadini, per ricordare il coraggio, il sacrificio, dei rivoluzionari patrioti repubblicani dagli ideali democratici popolari, uccisi dai tiranni dell’impero austriaco chiamati in soccorso dai monarchi Borboni del Regno delle due Sicilie. LA STORIA: Dopo la battaglia delle gole di Antrodoco alcuni carbonari cercarono di organizzare una rivolta a Calvello. Dal 1816 a Calvello era attiva una “Vendita Carbonara“, organizzazione che prende vita grazie al rientro in paese di alcuni uomini che avevano avuto modo di studiare presso l’Università di Napoli, entrando così in contatto con le idee e le utopie affermate nella Rivoluzione Napoletana del 1799. I carbonari di Calvello mascheravano la propria attività politica clandestina dietro le iniziative della Congregazione del Santissimo Sacramento che si riuniva dentro la Cappella di Santa Maria degli Angeli. Una spia avvisò le guardie che riuscirono ad arrestare Luigi Rosella. Il 10 febbraio 1822, sessanta patrioti carbonari del paese armati insorgono a Calvello. La rivolta guidata da Carlo Mazziotta e dai fratelli Giuseppe e Francesco Venita, due militari che sono giunti da Ferrandina. I rivoltosi diedero l’assalto al carcere del paese per liberare il loro compagno fra’ laico Luigi Rosella. Calvello venne sottoposto dai Borboni al governo militare del maresciallo Roth dell’impero autriaco che si insedio’ con la Corte Marziale Asburgica. I rivoluzionari vennero processati e inflitte 52 condanne a morte, tutte sospese tranne nove. I nove martiri di Calvello vennero fucilati all’alba del 13 Marzo 1822 in località Fontanelle, dove tuttora esiste una stele in loro memoria: si tratta del medico Carlo Mazziotta, 33 anni, del prete don Eustachio Ciani 43 anni, del frate laico Luigi Rosella 40, del sarto Giuseppe Sagaria 32, della guardia rurale Giuseppe La Rocca 34, del lavorante Rocco Latella, detto Coccolone 26, dei militari Francesco Paolo Giusti 30, Francesco e Giuseppe Venita di 38 e 48 anni, galantuomini e gente del popolo…. [LEGGI]

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>> Museo della ceramica reperti Eta’ del Ferro [VIDEO] contrada Paolino

[TESTO]: Concetta De Rosa
[MUSICA]: Concetta De Rosa – Antonio Deodati

E je ca so nata ind’ a stu paisiedd’
C’ teng’ a cantà chesta storia r’ Calviedd’
Na jurnata r sanghe ha cangiat l’uocchie r la gente
Ca t’accoglie cu lu core e cu ammor
te fa cchiù cuntent

S’ verienn’ ‘nda la chiesa a ra scùs
P’ cercà e conquistà a libertà
Almen r’ parlà, r’ screv’, r’ partecipà
I Carbonar vuliènn l’indipendenza
P’ nu sta sott u schiaff’ r nu Rre
Ca se vuliènn arricchì mentr’ l’avt pot’n murì

Nov, eran nov
Muort a colp r’ fucil’
Nov, eran nov
Nfaccia u mur’ a r “Funtanell”
E a Calvello s’ i ricord’n tutt quant
Ca p’ a stessa capa tost
N’ piglieren chiu’ e cinquant’

Pensavan r’ sta nchius e sicur’
Ind la chies r’ nott p’ sturià
E parlavene r “Question r’ libertà”
Mentr’ a ra for’ i spiaven li gendarm’
P’ pigliarl e arrestarl usann’ l’arm
“Chi nun vol la munarchìa po’ pur murì”

Nov, eran nov
Muort a colp r’ fucil’
Nov, eran nov
Nfaccia u mur’ a r “Funtanell”
E a Calvello s’ i ricord’n tutt quant
Ca p’ a stessa capa tost
N’ piglieren chiu’ e cinquant’

Tra di lor s’ chiamaven cugin
Gent seria r cultur e cu buon intenzion’
Nger’ lu mierch, lu pretv’t ,nu frat, na guardia rural
Nu fat’gator , nu sart’ e tre militar’

brano prodotto da Antonio Deodati e Unaderosa per RENANERA

arrangiamento: Antonio Deodati

special guest: Rosmy (voce intro)

voce: Unaderosa
chitarre: Massimo Catalano
percussioni: Pierpaolo Grezzi
tastiere: Antonio Deodati
fisarmonica: Roberto Tempone

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